pagina indietro tu sei qui: HOME – RECENSIONI – RECENSIONI CD – RECENSIONI Moon Road

Recensioni-Titolo (10K)

Moon Road
( 2010 )


Moon-Rd-front-Cover-recensi (8K) moon-Rd-back-cover-recensio (10K)


Suono - Aprile 2013

SUONO-1-Aprile-2013(1) (36K)

   "We Do It Better" by Blue Bottazzi

SUONO-articolo--2-Aprile-20 (158K)




fatea logo (4K)

SUNDAY, 10 JUNE 2012


Reviews
Mandolin’ Brothers

Album: Moon Road
Label: Fortune
Tracks: 6
Website: http://www.mandolinbrothersband.com

This six-track well produced and impressively packaged EP from the Mandolin’ Brothers benefits enormously from the input of several experienced Austin based musicians and creates a finished product that fairs well against some of the continental European offerings you come across. This Italian band have been sporadically active with their releases over the last decade but the ’Moon Road’ EP recorded and launched in 2010 shows what they can be capable of with a little assistance.






fatea cd cover (8K)

The six-piece band led by "Jimmy" Ragazzon doesn’t appear to have any brotherly family links on the surface and a mandolin only appears on two of the tracks but you might as well have a memorable country name if you’re going to try and crack that market. As a band they produce a tight close knit sound that leaves you in little doubt what they’re trying to achieve and what direction they’re heading, with it definitely being more Texas than Turin. However you’re always going to be in fine hands by enlisting the assistance of Reckless Kelly’s Cody Braun.

All six tracks are Mandolin Brothers’ originals with Ragazzon having a writing input on each one with perhaps the two stand out songs being the slower numbers ’49 Years’ and ’Moon Road’ where the reflective song writing subjects match the tempo of the tunes. ’49 Years’ with its fiddle interludes ponders the advancing years of the character who seeks solace with their guitar while ’Moon Road’ uses lap steel effectively in a song dedicated to a ’lovely’ daughter. These two songs slot in as number’s two and three on the EP, sandwiched by two more upbeat tracks that have a country rock tinge to them. ’Hold Me’ opens the album with a driving feel to it while ’Old Rock and Roll’ has a sound that encompasses the title. The final two tracks, ’Dr Dreams’ and ’Another Kind’, are where the mandolin appears with the latter being your archetype war protest song, a subject not always tackled in mainstream country music.

While this collection of songs doesn’t warrant delving into the band’s back catalogue, the credibility given to the short recording by the Austin based musicians will certainly add some relevance and create further interest should the Mandolin’ Brothers develop this project with a full length release some time in the future.

David Hughes
http://threechordsandthetruthuk.blogspot.co.uk/




R2 magazine – maggio 2012

Rec MRD R2 magazine  maggio 2012 (427K)


IT (5K)

MusicArTeam

Athos 01ogo finale (12K)
stay hungry, stay tuned, stay with us...

Athos
MUSICA...MUSICA...MUSICA..MA NON SOLO

mercoledì 4 aprile 2012
Mandolin’ Brothers - Moon Road



Moon Road è la piu recente produzione dei  Mandolin’ Brothers, band italiana di country folk blues, nell’occasione accompagnata da un considerevole numero di importanti “amici” americani. Come sempre mi accade, la musica arriva un attimo dopo, cioe quando il “contenitore” e stato visionato nei particolari. Parlo dell’artwork, delle immagini, delle note e di ogni dettaglio… un vero peccato aver accantonato il vinile e le sue fantastiche dimensioni! In questo caso c’e anche varieta e sostanza, perchè accanto al CD trova posto un DVD che, nell6rsquo;occasione, non e l’arricchimento della parte audio con la sezione ”visual, ma e un significativo racconto da ricordare, un viaggio in una terra che si identifica sempre con uno stile di vita ben preciso. Una parte del filmato e una copia- mi riferisco ovviamente solo all’oggetto- di quello che girai io nel 2007, quando mi trovai in Mississippi: e testimoniato lo stupore provato a Graceland e quello ancora piu grande in Beale Street, la via dove lo stesso chitarrista, nello spazio di un’ora, riesce a coprire tre ruoli diversi in tre palchi differenti, una strada dove un riff musicale afferrato al volo da un paio di donne di colore, puo trascinarne altre cento in un ballo adimensionale e atemporale. Questa comparazione mi serve solo per dare la giusta collocazione al DVD “USA 2010, non una replica dell’album versione live quindi, ma una storia quotidiana e una dichiarazione d’amore, come potrebbe fare chiunque ami quei luoghi e quella musica. Anche le pictures non lasciano indifferenti, e cio che sembra la fotografia dei film che vedevamo da bambini, e bene sottolinearlo, e l’assoluta realta, che varia ogni cinquanta chilometri negli stati del Nord America, e che mischia inguardabili grattacieli a catapecchie trasportabili, ed e grande lo stupore quando si realizza che tutto e realmente come ce lo avevano dipinto, come lo avevamo immaginato.
La musica dei Mandolin’ Brothers e la logica conseguenza di questa passione, di una “malattia” che prende in modo totalizzante e non ti lascia mai piu, e quasi ti fa desiderare di cambiare il colore della pelle… se solo si potesse.
Sei sono i brani che compongono “Moon Raod”.
Per la seconda volta consecutiva(mi e accaduto con l’album di esordio dei Chemako), mi viene da usare un aggettivo relativo alla proposta, che accomuna le sei tracce: intimista.
Il significato che io do al termine “intimista”, applicato alla musica, e quello di “espressione di sentimenti e di emozioni”… sottovoce, qualunque siano i watt egli strumenti utilizzati.
La voce di Jimmy Ragazzon, di per se greve e caratteristica, pennella dolci ballate e regala perle di saggezza, che culminano in ‘Another Kind ‘, unico brano tradotto in italiano nel booklet, perchè neanche una parola puo essere fraintesa, perchè la denuncia e la speranza devono convivere ed essere condivise.
Trent’anni di lavoro comune, di viaggi, concerti ed esperienze di vita portano alla maturazione musicale e umana, perchè e di quella che parlo, tralasciando l’ovvio talento e le naturali skills, che do sempre per scontate quando si parla di musica di qualita.
E quando sembra che ogni spiraglio di luce ci sia rubato da una notte qualsiasi, che arriva con asfissiante periodicita, ci sara sempre un blues pronto a lenire il nostro dolore…

“… the sunlight fades away and I got the blues…” (‘49 Years’).


I “Friends” di Austin, Texas, sono …

Cody Braun, Merel Bregante, Cindy Cashdollar, Lynn Daniel, Kenny Grimes, Doug Hudson, Carl Loschiavo.



L’INTERVISTA

Leggendo la vostra biografia la prima nota che emerge e la… partenza, oltre 30 anni fa! Che cosa vi ha portato sulla via della musica, del blues in particolare?

La grande passione per la musica e per il Rock in particolare. Iniziando ad ascoltare Beatles, Stones, Dylan e da li al Rock Blues di Allman Brothers, Canned Heath, Little Feat, Fabulous Thunderbirs e quindi ai padri fondatori del Blues come Robert Johnson, Muddy Waters, Lightning Hopkins, Little Walter, Howlin’ Wolf. Un tipico percorso “a ritroso” verso le radici.

Un cosi lungo periodo non puo che testimoniare importanti cambiamenti personali. Se dovessi sintetizzare l’iter evolutivo della tua/vostra musica, quali potrebbero essere gli avvenimenti su cui focalizzarsi?

Direi l’esordio come duo acustico di Country Blues e l’incontro con Fabio Treves; la prima line up elettrica, il primo cd di pezzi nostri For Real (2001) e quindi la svolta con il secondo album Still Got Dreams (2008) che ci ha dato nuova linfa vitale e nuova energia positiva. Questo ci ha permesso di migliorare e di arrivare fino ad oggi con 4 album pubblicati, uno in cantiere, 3 brevi tour negli States e la costante attivita live in Italia ed Europa. A questo proposito a maggio saremo in Romania per la EUROPAfest 2012, cioe la vecchia zona “oltre cortina” dove non abbiamo mai suonato.

La vostra carriera e costellata di partecipazioni stratosferiche. Esiste un aneddoto significativo a cui sei particolarmente legato e che ami raccontare nelle occasioni migliori?

Una delle cose che mi ha fatto piu piacere in assoluto, oltre ai complimenti ricevuti da musicisti del calibro di Merel Bregante, Dave Alvin, Cindy Cashdollar, 9 Below Zero ed altri, e stato il commento dello scafatissimo fonico del BB King Blues Club di Memphis che, a fine concerto ci ha detto: “Not bad for some white boys...”. Non lo dimentichero mai.

Essere chiamati a suonare blues in America, laddove tutto e nato, e roba per pochi eletti. Quale e stata la chiave che ha permesso di aprire le porte del Texas?

Avevamo gia suonato in Florida nel 2008 e da tempo eravamo in contatto con Merel Bregante, amico, produttore discografico e storico batterista di gruppi quali Nitty Gritty Dirt Band, Loggins & Messina, Chris Hillman ecc. Dopo aver partecipato all’ International Blues Challenge a Memphis, TN, siamo volati ad Austin, TX, per registrare nel suo studio Moon Road ed avere il piacere di incontrare e suonare con musicisti quali Cindy Cashdollar (Dylan, Van Morrison, Ryan Adams), Cody Braun (Reckless Kelly) Lynn Daniel, Kenny Grimes ed altri. Davvero un sogno realizzato.

Rimango in tema. Le note biografiche relative ai M.B. mi hanno suggerito subito due immagini, la prima e legata al vostro soggiorno ad Austin, che ho collegato immediatamente a Janis, e poi Beale St, dove sono stato, e dove ho potuto assaporare il vero spirito del blues suonato in Mississippi. Che tipo di sogno e stato il vostro? Ci si puo abituare a queste situazioni?

Difficile farci l’abitudine perchè sono occasioni piuttosto rare, e sarebbe inoltre “pericoloso” per la nostra sanita mentale... In USA abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza e continui stimoli positivi dal pubblico e indistintamente da tutti i musicisti che abbiamo conosciuto. In particolare l’uso di 2 strumenti tipicamente Italiani quali la fisarmonica ed il mandolino, impiegati nel Blues o nella Roots music, hanno incuriosito ed intrigato sia gli addetti ai lavori che il pubblico.

Una domanda piu tecnico/culturale. Sino al 2009 ho considerato il mandolino uno strumento specifico per situazioni e luoghi della nostra terra. Dopo un approfondimento personale ho abbandonato l’immagine che molti hanno-quella del “mandolino, pizza e Napoli-” , e ho potuto apprezzarne l’uso in altri settori musicali, dal classico, al rock e al blues, rilevando una versatilita che non immaginavo. Cosa rappresenta per te il mandolino, dal punto di vista musicale e non?

E’ uno strumento molto versatile che viene dalla tradizione italiana ma che e stato molto impiegato nella Folk music tradizionale anglosassone. Alcuni virtuosi di questo strumento come Norman Blake o David Grissman sono Americani ed hanno studiato e ripreso le ballate tradizionali degli Appalachi e di altre zone degli States, rivisitando canzoni popolari originarie della vecchia Europa. Lo stesso discorso vale anche per il Regno Unito e la musica Folk o Folk rock di quei paesi, con gruppi quali Fairport Convention, Pentangle, Pogues ed altri. Senza contare la musica Balcanica e dell’est europeo.

Il vostro progetto prevede performance acustiche ed elettriche. Quali sono le peculiarita di entrambi i set?

Con la formazione elettrica il nostro spettacolo e composto per almeno il 75% da musica nostra ed il resto da arrangiamenti di brani di autori piu o meno conosciuti, dalla tradizione del Blues alla musica cantautorale. Nel set acustico, rivisitiamo maggiormente la tradizione Country Blues, ma con molti brani nostri e varie situazioni a 2, 3 o 4 musicisti e con vari strumenti. Ci divertiamo, e speriamo sia lo stesso per chi ci ascolta, con entrambe le formazioni.

Che valore ha per te Moon Road, oltre la musica… un episodio del vostro percorso o un importante bilancio di vita?

Direi un insieme di cose. Nel senso che e stata una tappa importantissima della nostra carriera, che solo pochi anni prima avremmo solo sognato, ed anche un momento di riflessione sui risultati raggiunti singolarmente e dalla band nel suo insieme. Comunque un ulteriore stimolo ad andare avanti, soprattutto dopo i sacrifici fatti ed i consensi ricevuti.

Abbinato al CD c’e un DVD che immortala frammenti del vostro viaggio negli States. Recentemente ho trovato una sezione video nell’album di esordio dei Chemako (in cui tu sei presente), e precedentemente mi era capitato di vedere il bellissimo movie di Palladino nell’album di Fabrizio Poggi. Pensi che la parte visuale della musica sia ormai un aspetto da cui non si puo prescindere?

A mio parere e importante ma non indispensabile. La musica viene dall’anima e dovrebbe riuscire da sola a comunicare sentimenti, idee, passione e stimolare a pensare, reagire, conoscere e ad essere sempre curiosi. Certo la parte visuale e anch’essa importante, ma credo che abbia la sua massima rilevanza ai concerti, dove il contatto con il pubblico non ha (o non dovrebbe avere) alcun tipo di filtro. Spesso i video sono solo degli insulsi mezzi di promozione commerciale. Gli esempi che hai citato sono cronache di viaggio, ricordi e testimonianze di esperienze che, per quanto ci riguarda, vorremmo conservare nella nostra memoria e nei nostri cuori il piu a lungo possibile.

Nel tuo vocabolario dei desideri, cosa sta scritto alla voce… “ progetto da realizzare il piu velocemente possibile?”

Sicuramente il nuovo album al quale stiamo lavorando, che ci sta dando ottime sensazioni e che sara composto quasi totalmente da composizioni originali. Come sempre sara un lavoro collettivo che coinvolgera tutta la band e, probabilmente, qualche ospite inaspettato...

Un ultima cosa… dimenticavo… esiste un tuo mito, un musicista che ti ha particolarmente influenzato e che ha costituito un esempio da seguire, e ti ha accompagnato in tutti questi anni di attivita?
Certo: Bob Dylan.



La formazione comprende:

ELECTRIC BAND

JIMMY RAGAZZON: voce, harp e chitarra ac.

PAOLO CANEVARI: chitarre, National Steel

MARCO ROVINO: mandolino, chitarre , voce

RICCARDO MACCABRUNI: fisarmonica, tastiere, voce

JOE BARRECA: basso elettrico e contrabbasso

DANIELE NEGRO: batteria e percussioni


ACOUSTIC QUARTET

JIMMY RAGAZZON: voce, harp, chitarra ac.

MARCO ROVINO: mandolino, chitarre, voce

RICCARDO MACCABRUNI:fisarmonica, piano, voce

JOE BARRECA: basso el. e contrabbasso




 
BIOGRAFIA MANDOLIN’ BROTHERS


L’esordio della band risale al settembre 1979, quando Jimmy Ragazzon e Paolo Canevari si esibiscono in duo acustico di country blues, come supporter della Treves Blues Band. Nel 1981 la prima formazione elettrica, con basso e batteria, vede il gruppo impegnato nel riprendere classici del rock blues. Agli inizi degli anni ’90, dopo diverse esperienze e relativi cambi di line up, l’introduzione della fisarmonica, delle tastiere (piano ed organo) ed il reinserimento del mandolino (questa volta elettrificato) avvicinano la band a sonorita roots rock. I suoni sono piu variegati: dal border messicano, allo swamp rock della Louisiana, alle ballate cantautorali, senza mai dimenticare le radici blues.
I concerti si basano su brani originali alternati a cover, sempre rivisitate e reinterpretate in modo molto personale. Il gruppo si propone anche in formazione acustica ridotta (quartetto) con uno spettacolo altrettanto coinvolgente.
In trent’anni di attivita, i Mandolin’ Brothers collezionano centinaia di concerti nel circuito dei clubs italiani, alcuni tour in Svizzera e nel sud della Francia e la costante partecipazione a diversi rock and blues festival Europei. Nel corso degli anni hanno collaborato con alcuni personaggi dell’area blues quali abio Treves, Maurizio “Gnola” Glielmo, Paolo Bonfanti, Arthur Miles, Beppe Gambetta, Mike Cooper, Andy J. Forest, Dave Alvin Band (Blaster), Eliott Murphy, Alvin Lee (Ten Years After), Mighty Sam McClain, Pierre Bensusan, Nine Below Zero, Popa Chubby, John Mooney, Sandra Hall, Eric Bibb, Sean Carney Band, Sarah Pierce Band, Eric Hanke, Cindy Cashdollar, Cody Braun (Reckless Kelly). Nel 2001 pubblicano il primo cd “FOR REAL” (Studiottanta Fortuna Records) che riceve ottime recensioni dalle riviste specializzate e dai siti musicali.
Nel gennaio 2007 i Mandolin’ Brothers vengono invitati negli Stati Uniti, per alcuni concerti al Broward Center For The Performing Arts ed al China White di Fort Lauderdale in Florida, USA. Nel 2008 pubblicano “STILL GOT DREAMS” prodotto da Massimo Visentin (sound engineer con Paolo Conte) anch’esso molto ben recensito dalla stampa specializzata e giudicato 4° miglior album rock italiano, dalla rivista Roots Highway.
Nel marzo 2009 la band si e recata ad Austin, Texas , dove ha suonato (Waterloo Ice House) e registrato alcuni nuovi brani nello studio di Merel Bregante (storico batterista di Loggins & Messina, Nitty Gritty Dirt Band, Chris Hillman ecc.) con la partecipazione dello stesso Bregante, Kenny Grimes, Dough Hudson, Carl Loschiavo (Sarah Pierce Band), Lynn Daniel e di Cindy Cashdollar (Bob Dylan, Van Morrison ecc.) e Cody Braun (Reckless Kelly). Nel novembre 2009 pubblicano “30 LIVES!” registrato allo Spazio Musica di Pavia, il live album per celebrare i primi 30 anni di storia della band, con i suoni, le atmosfere e le buone vibrazioni dei loro concerti, votato 4° miglior album rock dell’anno dal pool dei lettori del Buscadero. Nel luglio 2009 i Mandolin’ Bros. hanno vinto le selezioni per l’ I.B.C. (International Blues Challenge) ed hanno suonato, con grande successo di pubblico e critica, al New Daisy Theater ed al BB King Blues Club in Beale St. a Memphis,TN, nel gennaio 2010. Nel dicembre 2010 viene pubblicato il nuovo cd/dvd “MOON ROAD – USA 2010”, registrato ad Austin, TX, con brani inediti, alcuni ospiti illustri e le immagini del loro tour negli States., con il montaggio del regista Piergiorgio Gay (Niente Paura-Festival del Cinema diVenezia 2010).
La rivista “Chitarre” dedica uno speciale a Paolo Canevari e ai Mandolin’ Brothers nel numero di febbraio 2011.




logoisola02 (11K)

recensione dal sito: 
l’isola che non c’era   


Mandolin’ Brothers
Moon Road


l'isola-che-non-2011-moon-r (10K)

Malgrado gli oltre trent’anni di carriera, i pavesi Mandolin’ Brothers esordirono su CD solo nel 2000 con For Real, seguito a ben otto anni di distanza dall’interessantissimo Still Got Dreams. Da allora tutto è cambiato e dal 2008 viaggiano ormai alla media di un disco all’anno, considerando anche

di Stefano Tognoni

tognoni (2K)



Blues, Ballads and Songs (a firma Maurizio "Gnola" Glielmo e Jimmy Ragazzon) con la soddisfazione di quanti avevano imparato ad apprezzarli durante le loro esibizioni. La gavetta ha dato ottimi frutti ed i Mandolin6rsquo;, concerto dopo concerto, hanno saputo conquistarsi fama e rispetto, grazie alla loro musica infarcita di rootsrock, blues, country/rock e folk dove gli ottimi impasti vocali, le doti di strumentisti, l’entusiasmo che riescono a trasmettere grazie all’ottima conoscenza del genere proposto, sono completati da testi mai banali.

IN DETTAGLIO
Produzione artistica: Massimo Visentin e Mandolin’  Brothers
Anno: 2010
Durata: 25:40
Etichetta: Studiottanta Fortuna Records/Venus


Moon Road, la loro ultima fatica discografica, è un album composto da sei tracce accompagnato da un DVD che è una sorta di documentario della loro recente avventura vissuta negli USA, dove hanno avuto la possibilità di partecipare all’International Blues Challange di Memphis esibendosi per ben due serate al B.B. King Club ed una serata al Daisy Theatre. Dopo Memphis si sono spostati ad Austin per incidere Moon Road nello studio di Merel Bregante, celebre per essere stato il batterista di Loggins & Messina negli anni ’70, prima di intraprendere la carriera di produttore nel suo studio.


ELENCO DELLE TRACCE

01. Hold me
02. 49 Years
03. Moon Road
04. Old Rock & Roll
05. Dr. Dreams
06. Another Kind


I due cofondatori del gruppo Alessandro "Jimmy" Ragazzon e Paolo Canevari guidano una band ormai super rodata ed affiatata, completata da Riccardo Maccabruni, Giuseppe "Joe" Barreca, Daniele Negro e dall’ottimo Bruno De Faveri che purtroppo, a causa di un incidente, nel proseguo della carriera dei Mandolin’ dovrà dare il suo apporto esclusivamente in fase compositiva o in studio di registrazione, sostituito nei live dal pur valido Marco Rovino, da tempo nel "giro" della band. Alla registrazione di Moon Road hanno contribuito anche molti celebri ospiti ed oltre al già citato Bregante è doveroso ricordare tra gli altri Cindy Cashdollar (Van Morrison, Dave Alvin), Cody Braun dei Reckless Kelly e Kenny Grimes (Lynda Jones, Terry Clarke, Sarah Pierce).

Moon Road è un CD imperdibile sia per chi conosce i Mandolin’ da sempre, sia per chi, incuriosito, vuole avvicinarsi alle loro sonorità. Fa piacere anche ricordare che una rivista specialistica come Chitarre ha dedicato la copertina del numero di febbraio 2011 ed un lungo servizio a Paolo Canevari, ottimo alfiere della slide guitar, e un’intervista a Jimmy Ragazzon.






Link
www.myspace.com/mandolinbrothersband

BRANI MIGLIORI
Hold me
Moon Road
Dr. Dreams


MUSICISTI
Alessandro "Jimmy" Ragazzon: voce solista, chitarra acustica, armonica Paolo Canevari: chitarra elettrica, chitarra acustica, slide, national steel Bruno De Faveri: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra 12 corde, mandolino Riccardo Maccabruni: piano, organo, fisarmonica, chitarra acustica, voce Giuseppe "Joe" Barreca: basso Daniele Negro: batteria e percussioni Stefano Pesci Marco "Rovo" Rovino Cody Braun Merel Bregante Cindy Cashdollar Lynn Daniel Kenny Grimes Doug Hudson Carl Loschiavo.



Suono – aprile 2011


suono-04-2011 (190K)




Classix – aprile 2011


CLASSIXapr2011 (124K)




Buscadero – aprile 2011
pool lettori 2010


busca-POOL-2011 (26K)




zicazine-logo-transparent (7K) a r t i c o l o   t r a d o t t o
www.zicazic.com
corner (1K) MANDOLIN’ BROTHERS

Scritto da Fred Delforge

lunedì, 7 marzo 2011

30 Lives!
(Studiottanta − Fortuna Records − Venus Distribution − 2009)
Durata 73’48 − 16 brani

Moon Road
(Studiottanta − Fortuna Records − Venus Distribution − 2010)
Durata 25’40 − 6 brani + DVD 15’

http://www.mandolinbrothersband.com
http://www.myspace.com/mandolinbrothersband
fr02 (2) (10K) fr02 (1) (9K) Per quanto indietro possiamo risalire nel tempo, è nel 2009 che troviamo le prime tracce del Mandolin’ Brothers, quando i due padri del progetto si esibivano come duo acustico di country blues e accompagnavano la Treves Blues Band. Due anni più tardi, il cantante e chitarrista Jimmy Ragazzon e la sua spalla Paolo Canevari si associavano con un bassista ed un batterista, e portavano il gruppo verso il blues rock, del quale riprendevano gli standard.
Passati gli anni, il duo italiano ha conosciuto numerosi cambiamenti di line up ma anche di repertorio, ed è accogliendo delle tastiere, una fisarmonica o ancora un mandolino che il duo fondatore è arrivato a proporre una musica dove le radici nord-americane sono onnipresenti, ma dove l’apporto latino non 6egrave; mai assente, prova ulteriore, se mai ce ne fosse bisogno, che il blues non è un genere statico e che quando si è un gruppo che si è esibito a fianco di Andy J. Forest, di Popa Chubby, di Eric Bibb o dei Nine Below Zero, sempre con lo stesso successo, è possibile aggiungerci giorno per giorno un po’ della propria personalità.

Sebbene i Mandolin’ Brothers abbiano attraversato con un vero successo tre decenni di carriera, e siano stati scelti per rappresentare l’Italia e il Rootsway Roots’n’Blues Food Festival di Parma all’International Blues Challenge di Memphis nel 2010, non hanno voluto strafare con le registrazioni dato che, alla fin fine, sono solo al loro quarto album, dei quali gli ultimi due presentiamo congiuntamente su queste pagine e sono delle registrazioni live eseguite negli ultimi due anni, il primo, "30 Lives!", a Pavia in occasione del trentesimo anniversario del gruppo e il secondo, "Moon Road", alla virata americana della formazione, con le testimonianze filmate delle esibizioni di Memphis e sei pezzi registrati in studio ad Austin, Texas, insieme ad amici ed invitati. Quanto basta per entrare pienamente nell’universo molto particolare di un gruppo dove le lap steel e le fisarmoniche vanno ben d’accordo e dove l’energia prevale di tanto in tanto sul lato convenzionale della partizione, soprattutto quando il jet lag si fa sentire. Tanto seducenti e musicalmente impeccabili nei pezzi scritti da loro come "Stompin’ Blues", "Still Got Dreams", "Went To See The Poet" o "Carton Box", quanto convincenti in cover del calibro di "You Gotta Move" o "Troubles No More", i Mandolin’ Brothers dimostrano di essere dei veri artisti nati per il palco, ma provano anche, con questi due superbi digipack, che proporre degli album di qualità èun compito per il quale sono davvero portati. Ci resta solo da aspettare che attraversino il confine e vengano a suonare in Francia!

zicazine-logo-transparent (7K) a r t i c o l o   i n   l i n g u a   o r i g i n a l e
www.zicazic.com
corner (1K) MANDOLIN’ BROTHERS

Ecrit par Fred Delforge
lundi, 07 mars 2011

30 Lives!
(Studiottanta − Fortuna Records − Distribuzione Venus − 2009)
73’ 48 Durèe − 16 Titres

Moon Road
(Studiottanta − Fortuna Records  − Distribuzione Venus − 2010)
25’40 Durèe − 6 Titres + DVD 15’ environ

http://www.mandolinbrothersband.com
http://www.myspace.com/mandolinbrothersband
fr02 (2) (10K) fr02 (1) (9K) Aussi loin que l’on puisse remonter dans le temps, c’est toujours à l’année 2009 que nous ramènent les premières traces des Mandolin’ Brothers, lorsque les deux pères du projet se produisaient en duo acoustique de country blues et accompagnaient le Treves Blues Band. Deux années plus tard, le chanteur et guitariste Jimmy Ragazzon et son acolyte guitariste Paolo Canevari s’associaient avec un bassiste et un batteur et emmenaient leur groupe vers le blues rock dont ils reprenaient les standards.
Les années passant, le combo italien connaîtra son lot de changements de line up mais aussi de répertoires et c’est en accueillant des claviers, un accordéon ou encore une mandoline que le duo fondateur en arrivera à proposer une musique où les racines nord-américaines sont omniprésentes mais où l’apport latin n’est jamais laissé sur la touche, preuve s’il en fallait encore que le blues n’est pas un genre figé et que quand on est un groupe qui s’est produit aux côtés d’Andy J. Forest, de Popa Chubby, d’Eric Bibb ou encore de Nine Below Zero avec toujours le même succès, il est possible de lui apporter chaque jour un peu de sa propre personnalité.

Si les Mandolin’ Brothers ont traversé avec un réel succès trois décennies de carrière et qu’ils ont été désignés pour représenter l’Italie et le Rootsway Roots’n’Blues Food Festival de Parme à l’International Blues Challenge de Memphis en 2010, ils n’en ont pas pour autant inondé les bacs de leurs enregistrement puisqu’en tout et pour tout, ils n’en sont qu’à leur quatrième effort, les deux derniers présentés conjointement en ces pages présentant des enregistrements live immortalisés durant les deux dernières années, le premier, " 30 Lives! " à Pavie à l’occasion du trentième anniversaire du groupe et le second, " Moon Road ", lors de la virée américaine de la formation avec à la clef des témoignages filmés des prestations données à Memphis et six pièces enregistrées en studio à Austin, Texas, en compagnie d’amis et d’invités. De quoi pénétrer tout entier dans l’univers très particulier d’un groupe où les lap steel et autres accordéons font plutôt bon ménage et où l’énergie prime parfois sur le côté conventionnel de la partition, surtout quand le jet lag s’invite à la table des musiciens. Aussi séduisants et musicalement impeccables sur leurs propres compositions comme "Stompin’ Blues", "Still Got Dreams", "Went To See The Poet" ou encore "Carton Box" que convaincants sur des covers de la trempe d’un " You Gotta Move " ou d’un " Troubles No More ", les Mandolin’ Brothers démontrent par l’exemple qu’ils sont de véritables artistes taillés pour la scène mais prouvent également au travers de deux superbes digipack que proposer des albums de qualité est un exercice pour lequel ils montrent de réelles aptitudes. Reste maintenant à franchir les Alpes et à venir se produire jusque dans l’hexagone . . .


Rockerilla - febbraio 2011

ROCKERILLA-Cover2011 (35K)
ROCKERELLIA--article-2011 (231K)


Jam - febbraio 2011

JAM-COVER-feb-2011 (38K)
JAM-feb-2011 (220K)


moon rd cover discoclub (9K)

t r a t t o   d a l   b l o g   d i

Bruno Conti

27/01/2011

Mandolin’ Brothers - Moon Road - Studiottanta - Fortuna Records CD+DVD

Ok, le radici sarebbero di Voghera, ma Pavia indica la zona geografica dove brulica tutto un mondo di musicisti innamorati della musica anglo-americana e che la suonano anche: dai Lowlands (fedeli "clienti" di questo Blog) ai Southlands passando per decine di altri gruppi e solisti di cui vi ho riferito di passaggio nel Post dedicato al tributo "Pavese" alla musica di John Lennon . Ma i nostri amici sono un pò gli originatori di tutto questo gruppo: in attività dal lontano 1979 e così battezzati, Mandolin’ Brothers, dal buon Fabio Treves, anche se il mandolino agli inizi non c’era (ma sarebbe arrivato) e non erano neppure fratelli con lo scorrere del tempo si sono costruiti una reputazione come uno dei migliori gruppi italiani (ma cantano in inglese) in quello stile che si trova ai confini tra country, blues, roots music e "buona musica".

La discografia non è proprio copiosissima: tre dischi tra il 2001 e il 2009 (più questo Moon Road) e una collaborazione tra il cantante e armonicista Jimmy Ragazzon e il chitarrista (area Treves Blues Band) Maurizio "Gnola" Glielmo intitolata Blues Ballads and Songs (che quello contiene). Per il resto tanti concerti e tanta passione.

Questo album è il frutto di una fortunata coincidenza. Nel 2009 vengono scelti per rappresentare l’Italia all’International Blues Challenge ch si tiene ogni anno a Memphis, Tennesse (insieme a Francesco Piu) e il DVD che è allegato a questa confezione dal titolo quantomai esplicativo di "Usa 2010" è un breve resoconto amatoriale (sono meno di 20 minuti) di quanto avvenuto a Memphis nell’occasione ma ci sono anche delle immagini (e relativa musica) che ci portano nello studio di Merel Bregante in quel di Austin, Texas dove è stato registrato il disco.

E qui arriviamo all’album, un mini-album di 6 brani per la precisione, ma che vale come fosse un disco intero e che avevo dimenticato di inserire tra le cose più interessanti di questo 2010 finito da poco. Ma poi. su stimolo di un mio amico, che mi ha detto "potresti parlarne nel tuo Blog" e perchè no, eccoci qua, sia pure in leggero ritardo, ne hanno già parlato il Buscadero e altri giornali, oltre a Blog vari ma una ulteriore voce in più non fa mai male e poi nel mio Blog potrò parlare della musica che mi piace!

Se il nome Merel Bregante vi dice qualcosa è perchè questo signore è stato negli anni ’70 il batterista di Loggins & Messina, poi quando ha appeso le bacchette al chiodo e si è trasferito, e accasato in quel di Austin (sua moglie è la bravissima Sarah Pierce, un’ottima cantante con un curriculum di 6 album che vi consiglio indistintamente, nel senso che quello che trovate va bene in ogni caso perchè non sono di facile reperibilità e sono belli tutti). Lì a Austin Bregante ha aperto uno studio di registrazione ed è lì dove i Mandolin’ Brothers e un manipolo di prodi musicisti americani hanno registrato questo album: nomi magari non altisonanti ma di sicura qualità nell’ambito della musica roots, Cindy Cashdollar, dobroista sopraffina e collaboratrice di Van Morrison (ma anche Dylan, Ryan Adams e Dave Alvin), Cody Braun dei Reckless Kelly, Lynn Daniel, Kenny Grimes, Doug Hudson e Carl Loschiavo.

Il risultato finale è eccellente: si va dal country-rock midtempo della deliziosa Hold Me con il dobro della Cashdollar in evidenza mentre la voce sorniona di Ragazzon pilota i vari interventi solisti dei musicisti e non fa rimpiangere i grandi interpreti di questo filone, dalla vecchia Nitty Gritty ai Poco, Pure Prairie League e soprattutto, almeno per le mie orecchie, i grandi Amazing Rhythm Aces di Russell Smith con cui la voce di Jimmy Ragazzon per ragioni genetiche (gemelli separati alla nascita?) ha più di un punto di contatto. La coda finale strumentale con i due chitarristi del gruppo (tra cui Marco Rovino che è il mandolin’ brother) a duettare con la Cashdollar e gli altri musicisti meriterebbe di non essere sfumata. 49 Years una bellissima ballata impreziosita dal violino di Cody Braun che si incastra a perfezione con la steel d’ordinanza e con la bella voce evocativa di Ragazzon, non ha da nulla da invidiare al meglio della produzione americana di genere.

E che dire dell’ottima Moon Road, un’altra slow song guidata dal suono particolare della fisarmonica di Riccardo Maccabruni mentre le chitarre, slide, lap steel e elettrica, pennellano una serie di interventi brevi ed efficaci ai limiti della poesia sonora, dei piccoli acquarelli delicati incorniciati ancora una volta dall’ottima interpretazione del buon Ragazzon. Old Rock And Roll, come da titolo, è una gustosa canzone piena di energia che ricorda anche i vecchi Loggins and Messina, Maccabruni questa volta si sposta ad un pianino intrigante mentre la chitarra dell’ospite Kenny Grimes divide gli interventi solisti con l’armonica di Ragazzon. Dr.Dreams è l’altro brano che mi ha ricordato moltissimo Russell Smith e i suoi Amazing Rhythm Aces che erano un po i Little Feat del country-roots, belle armonie vocali (e qui ci sono), soluzioni sonore sempre brillanti (e anche qui ci siamo) e ottime canzoni (che non guasta mai), e il mandolino in questo brano si sente eccome! Conclude le operazioni Another Kind un’altra bella canzone con fisarmonica e mandolini in evidenza, più acustica delle precedenti e con un gusto decisamente più country ma sempre gustosa.

A questo punto citiamo anche la sezione ritmica composta da Daniele Negro alla batteria e Giuseppe Barreca al basso, l’altro chitarrista Paolo Canevari e il mandolinista aggiunto Bruno De Faveri.

Comunque per la serie la musica (e la critica) sono belle perchè sono varie poi ognuno ci vede (e ci sente) quello che vuole, l’importante è che la musica stessa sia bella e qui ce n’è in abbondanza. Per ulteriori notizie  http://www.mandolinbrothersband.com

Mettiamo anche un video per completare l’opera e poi non dite che non vi ho avvisato! QSB (Questi Son Bravi).

Bruno Conti





tratto da:   zambosplace.blogspot.com

venerdì 7 gennaio 2011

by  M a u r o    Z a m b e l l i n i

Zambos-Place (37K)

Mandolin’ Brothers > Moon Road

zambos 2011 (34K)

Rimane sempre una colonia l’Italia per quanto riguarda il rock n’ roll anche se è una di quelle colonie che godono di uno statuto speciale con tanto di parziale indipendenza e completa autonomia. Negli anni sono cresciute centinaia di band che pur riferendosi in maniera inequivocabile al rock americano, copiando stili, imitando atteggiamenti e usando la stessa lingua, hanno sviluppato una propria autonomia ricreando lo stesso feeling con un inconfondibile spirito italico mettendoci innocenza, vivacità ed entusiasmo. Doti che hanno in parte sopperito ad una tecnica non sempre eccelsa e ad una comprensibile mancanza di malizia nel plasmare una lingua non naturale per noi latini. Al di là delle difficoltà ne è nata una italian wave che si è fatta apprezzare anche all’estero, soprattutto nella "madre patria" America. Gli esempi non mancano e abbondano, basta leggersi i nomi che riempiono il tributo For You alle canzoni del Boss per avere un’ idea del fenomeno, alcuni di questi nomi sono arrivati nei club e nelle radio americane e non è poco se si pensa che qui da noi le radio (al 99% una vera schifezza) non offrono un briciolo di promozione e i locali che fanno musica sono come il temolo. È un piacere quindi trovare una band dell’Oltrepò Pavese, un tempo zona famosa solo per i vini con le bollicine e oggi teatro di una scena assolutamente frizzante nel campo del rock e del blues, invitata in quel tempio sacro del rock n’roll che è Memphis e ospite dell’International Blues Challenge. Significa che la passione, la dedizione, i sacrifici e la tenacia sono stati alfine premiati ed un sogno americano si è finalmente avverato.
Gli autori di questo miracolo si chiamano Mandolin’ Brothers anche se ad onor del vero di mandolino ce n’è uno solo (Marco Rovino) ed il sound è quello che vi aspettereste da un combo che naviga tra blues e country, con forti aperture verso il vecchio e classico rock n’ roll, quella cosa che tutti chiamano americana ed una serie di nomi che sono una specie di passepartout per la terra promessa ovvero Dylan, i Little Feat, Steve Earle e Van Morrison. È roots-rock di radici americane e non pavesi ma questo è il limite di appartenere ancora ad una colonia, sebbene a statuto speciale. Non sono di primo pelo i Mandolin’ Brothers perchè circolano da parecchio e hanno alle spalle una discreta discografia nella quale spiccano il maturo Still Got Dreams del 2008, disco che li ha catapultati all’onore delle cronache specializzate e il pimpante 30 Lives! con cui hanno festeggiato i 30 anni della loro militanza.
A Memphis hanno suonato al BB.King’s Blues Club di Beale Street e ad Austin hanno registrato questo nuovo mini CD intitolato Moon Road. Sei brani registrati con la supervisione del produttore Merel Bregante e con la partecipazione di invitati quali il violinista Cody Braun, il bassista Lynn Daniel, il chitarrista Kenny Grimes, lo stesso Bregante e la brava Cindy Cashdollar, lap-steel guitar e dobro con Dylan, Dave Alvin e Ryan Adams.
Al CD hanno allegato un DVD che racconta il loro viaggio nel Mississippi, sulle highway 61 e 49, luoghi sacri della musica di cui loro sono figli. Il tutto viene raccolto in uno splendido digipack arricchito da un lavoro fotografico e grafico a dir poco superbo, testimonianza di un amore verso questo mondo di blues e rock n’roll vissuto fino nel più piccolo dei dettagli. Se la parte visuale è capace da sola di catapultarvi in quelle terre ed in quell’atmosfera, la musica non è da meno. Registrata in maniera tecnicamente ineccepibile con una resa sonora da prodotto altamente professionale, la musica di Moon Road è eloquente sintesi degli umori e delle passioni dei Mandolin’ Bros. anche se rispetto ai lavori precedenti qui c’è una prevalenza di suoni acustici e country. Si passa dalla frizzante vivacità di Hold Me, pezzo che con il suo intreccio chitarristico (Paolo Canevari, Marco Rovino, Cindy Cashdollar) non sfigurerebbe nel repertorio dei Flying Burrito Brothers alla più intimistica 49 Years dove il cantante Jimmy Ragazzon ed il violinista Cody Braun ricreano un pastorale paesaggio appalachiano, dalle suggestioni borderline di Moon Road impreziosita dalla fisarmonica di Riccardo Maccabruni all’arruffato Old Rock & Roll da juke joint, per poi concludere con gli intrecci mandolino/chitarra acustica e slide di Dr.Dreams, riuscito matrimonio tra folk e country-blues e con l’intenso e sincero antimilitarismo di Another Kind frutto della lucida scrittura di Jimmy Ragazzon, autore cresciuto a pane e Dylan.
Sei canzoni ed un DVD con il titolo di Moon Road, nuvole, strade, polvere ed un sacco di passione da parte di una delle formazioni più vispe della italian way to the american music.

Mauro Zambellini Gennaio 2011
Pubblicato da Zambo
Etichette: Italia, Mandolin’ Brothers








Rootshighway Made in italy 30 (44K)
Home page                                                                                                 inserito 21/12/2010 recensione_giorno (1K)
moon-rd-cover-rootshighway (12K)

Mandolin’ Brothers & Friends
Moon Road
[Studiottanta Fortuna records 2010 CD + DVD]

freccia01 (5K) sette (1K)sette e mezzo (1K)

Testimonianza appassionata del "viaggio americano" dei Mandolin’ Brothers, Moon Road è prima di tutto un atto di amore verso se stessi e la propria storia, orgogliosamente approdati nel gennaio del 2010 ad una tournè che li ha visti partecipare all’International Blues Challenge, esibendosi in due locali storici di Memphis. Un premio

alla carriera (e alla dedizione) con cui questa "piccola" rock’n’roll band italiana è diventata un assoluto punto di riferimento per le sonorità Americana nel nostro paese (partiti dal blues hanno imbarcato strada facendo ogni espressione dell’american music). Da qui l’idea di allegare alle sei tracce dell’Ep un breve documentario intitolato "USA 2010" in cui il gruppo sancisce la sua avventura oltreoceano con immagini semplici, soltanto per ricordarsi di esserci stati, di avere percorso quelle strade.

È un omaggio che fa bene ai Mandolin’ Brothers e potrebbe anche convincere i più scettici sulle qualità della band, oggi allargata definitivamente alle chitarre e mandolino di Marco Rovino e con la presenza sempre più determinante di Riccardo Maccabruni al piano, organo e fisarmonica. Se sono riusciti a rompere il muro della diffidenza persino giocando in casa dei "campioni" americani, perchè non dovrebbero ottenere gli stessi risultati in Italia, dove attualmente hanno pochi rivali nel setacciare le radici del suono denominato roots rock. Moon Road, seppure disco di raccordo e documento di rapida consultazione, raccoglie venticinque minuti e sei episodi che sintetizzano questa maturazione. Registrato nella primavera del 2009 negli studi del famoso produttore Merel Bregante ad Austin, è una carrellata sulla competenza e i gusti dei Mandolin’ Brothers, ormai padroni di un linguaggio, meglio persino di molti colleghi d’oltreoceano.

Ci sono ballate che hanno nel cuore e nell’anima The Band, come la pacifista Another Kind (testo tradotto in italiano nel libretto . . . perchè certe parole vanno spiegate bene), altre che si colorano di radici (la malinconica Dr. Dreams, le sfumature da border song di 49 Years), prima di dare sfogo alle chitarre ( Old Rock & Roll), anche se i piccoli capolavori si chiamano Hold Me e Moon road. La prima è un vispo country rock che respira a pieni polmoni l’aria texana, arricchendosi del dobro di Cindy Cashdollar (Dylan, Dave Alvin, Ryan Adams e molti altri nel suo curriculum), mentre la splendida title track possiede quasi un nucleo soul dove la voce di Jimmy Ragazzon mostra il fascino della sua raucedine e ci trascina nei grandi spazi americani. La lap steel della citata Cashdolalr fa ancora capolino, insieme al violino di Cody Braun (Reckless Kelly), ospiti (l’elenco è più lungo) condotti da Bregante in studio e che tuttavia non tolgono assolutamente i riflettori dagli attori principali: Moon Road porta la firma dei Mandolin’ Brothers e dovrebbero andarne giustamente fieri.
(Fabio Cerbone)





Buscadero — novembre 2010


BUSCADERO-NOV-2010-2 (510K)


novembre 2010

rootsway-logo (4K)

Come un fiume in piena.
Come il Po, dal ponte della Becca fino al Mississippi, passando per Parma e il Rootsway Festival a ritirare il meritato biglietto per Memphis, Tennessee, e poi via verso il Texas.
Così si potrebbero descrivere questi ultimi tre anni dei Mandolin’ Brothers che, dopo un lungo periodo di sopore, sono esplosi mostrando quanto - spesso - il sopore apparente sia utile.
A prima vista sembrerebbe una storia molto americana, ma io ci sento anche la realtà padana (nulla a che vedere con folli in camicia verde) nella musica dei Mandolin’. C’è, a mio avviso, il Grande Fiume - il Po - con i suoi racconti di passioni, occasioni e spettri; con le sue strade sterrate e le piccole ferrovie. Con la ruralità di una terra, forse, molto simile a quella di oltre oceano. Dopo quel mezzo capolavoro di "Still Got Dreams" e la conferma della loro bravura catturata in "30 Lives!" arriva questo nuovo prodotto che solo dall’aspetto grafico si presenta eccellente. CD/DVD con una grafica veramente bellissima, una cura dei particolari - a partire dalle fotografie - degna di una major a conferma di quanto i ragazzi (?) credano nel proprio lavoro, qui molto ben prodotto da Merel Bregante e Massimo Visentin. Nel CD troviamo 6 sole songs, ma forse è meglio così. Troppo spesso ci troviamo costretti ad ascoltare CD esageratamente lunghi; ma vi ricordate come erano belli gli LP?
Magari ce ne stavano una o due in più, se proprio vogliamo fare i preziosi. Ma è la qualità delle canzoni che stupisce (anzi conferma) già dal primo ascolto. Un uno-due iniziale da mettere al tappeto anche la più navigata band statunitense: si inizia con Hold Me con una "stellare" Cindy Cashdollar al dobro che ricorda Mike Auldridge quando infiammava i concerti dei Seldom Scene. La canzone perfetta per aprire un album. Segue 49 Years e mi sono subito chiesto se alle session era presente John Prine nascosto nel corpo di Jimmy Ragazzon. Bellissima, col violino di Cody Braun triste al punto giusto. Una Tex-Mex song vagamente Cooderiana, ci consegna un Paolo Canevari a duettare con la Lap Steel di Cindy Cashdollar e la fisarmonica del "Macca" Maccabruni in Moon Road. Ritmi blandi con Jimmy e la sua voce sempre più graffiante a traghettarci verso lo swamp del quarto brano: Old Rock & Roll, dove i Little Feat si uniscono ai Lynyrd dei tempi d’oro. Il mandolino di Marco Rovino apre Dr. Dreams, forse la meno incisiva, ma con i cori in bella evidenza e un solo di Canevari nel suo stile, poche note ma messe col cuore. Chiude Another Kind, bella ballata antimilitarista a firma di Jimmy Ragazzon, un "ragazzo" con la testa sulle spalle e Dylan nel cuore.
Ottima l’idea di mettere il testo anche in italiano, se i nostri politici leggessero un po’ di più sarebbe buona cosa.
Tanti ospiti illustri, quindi, ma sono loro gli eroi assoluti di questo prodotto, di questo loro percorso musicale fatto di concerti e di umiltà. E oltre ai già citati Ragazzon, Canevari, e Maccabruni, non possiamo dimenticare la sezione ritmica di Joe Barreca e Daniele Negro, il mandolino e la chitarra (e le fotografie . . . e che foto) di Bruno De Faveri e Renato Cifarelli, aiutati dagli amici Marco Rovino e Stefano Pesci (con Maccabruni anche nei Folk’s Wagon).
Riposto il CD dopo tre consecutivi ascolti sono passato al DVD, anche questo breve ma simpaticissimo.
La testimonianza di un viaggio, direi meritato, negli States, girato a Memphis dove i nostri eroi hanno rappresentato l’Italia a livello musicale all’International Blues Challenge e, poi, ad Austin durante le registrazioni del CD.
Per concludere un’altra bella sorpresa da questi ragazzi che posso affermare di avere la fortuna di avere come amici, mica roba da poco. Un acquisto che, ovviamente, consiglio a tutti. Natale si avvicina, i dischi strenna cominciano a far capolino per venir dimenticati a Santo Stefano. Meglio andare sul sicuro coi Mandolin’ Brothers.

Antonio Boschi



gennaio 2011

Amadeus logo (3K)
. . . dalla rubrica :  "Fuoritema"
a cura di  R i c c a r d o   S a n t a n g e l o
riccardo@amadeusonline.net



Una strada per la luna

I Mandolin’ Brothers ci hanno preso gusto. Rimasti nel limbo della musica nostrana per decenni, in questi ultimi anni si stanno togliendo molte soddisfazioni, ultima quella di andare a incidere il loro quarto album ad Austin, Texas, sotto la supervisione di Merel Bregante. E se l’album precedente (Still Got Dreams) profumava intensamente di States, Moon
Moon-Rd-Cover-prin-disc (8K) Road si porta dietro la polvere delle strade solitarie d’oltreoceano, impregnandosi indissolubilmente degli stilemi della musica americana. Sei pezzi (tutti originali) dove le sonorità country-rock, con ombre blues, la fanno da padrone, con la voce inconfondibile di Jimmy Ragazzon, sostenuta dalla band
(come non mai ispirata), che a ogni pezzo ci regala una piccola emozione. A sostegno dei Mandolin’ troviamo vari ospiti, come Cody Braun al violino e Cindy Cashdollar al dobro, che ancora di più accentuano il sapore statunitense del disco. A supporto del mini-album c’è un dvd, dove viene documentato, in un breve diario di viaggio, il loro tour tra Tennessee, Mississippi e Texas, intrapreso per suonare in vari club; e dove è possibile apprezzare anche la loro bravura in versione live.

Moon Road
Mandolin’ Brothers
Studiottanta–Fortuna Records, SFRC-CD021
cd+dvd, distr. Venus


62-63 fuoritema.indd 63       10–12–2010 10:55:11



mpv2010 (5K)


miapavia.com
Qual Buon Vento,
navigante!
(94.163.155.206)
lunedì, 20 dicembre 2010
Articolo n. 9343 del 17 dicembre 2010
 
Moon Road...
 
mia pavia moon rd cd cover (15K)
Questa volta i Mandolin’ “l’hanno fatta grossa”!
In realtà, bypassando il gioco di parole, l’hanno fatta “grande”. Sì, perché dopo un album in studio ("Still Got Dreams" ) e un Live ("30 Lives!")  osannati dalla critica, ecco che ci offrono un mini-lp con 6 brani nuovi + un DVD (prodotti da Merel Bregante e Massimo Visentin) sotto il titolo di Moon Road – Mandolin’ Brothers & friends.
 
E gli amici non sono da poco, visto che si tratta di noti musicisti statunitensi (Merel Bregante, Cindy Cashdollar al dobro, Lynn Daniel, Kenny Grimes, Doug Hudson, Carl Loschiavo, Cody Braun al violino) ed altri più pavesi come Marco Rovino e Stefano Pesci.
Non ho mai sentito nessun gruppo italiano suonare così “americano”; forse più americano di tanti gruppi statunitensi che suonano ormai per routine.
Belli i suoni, quel senso di “opaco da nicotina” da old country road, quell’indolente ritmo da viaggio perenne e ottima anche la scrittura dei brani: solo sei, ma piccoli gioiellini.
 
Il DVD contiene la testimonianza di un viaggio negli States, girato a Memphis dove hanno rappresentato l’Italia all’International Blues Challenge (tenutosi al B.B.King di Memphis) e poi ad Austin, durante le registrazioni del CD. Un viaggio in un sogno, quello di questi musicisti nostrani, che vagavano tra sale di registrazione, tramonti, palchi e roadhouse, con la stralunata impressione di essere finiti dentro un film: quello che avrebbero voluto interpretare da una vita.
 
Well done, guys!

Furio
Sollazzi

Pavia, 17/12/2010 (9343)




popolo del blues logo (5K)
reviews01 (1K)
www.ilpopolodelblues.com
gennaio 2011
popolo del blues cd cover 2011 (8K) Mandolin’ Brothers & Friends – Moon Road (Cd & Dvd)
(Studiottanta Fortuna Records)
www.mandolinbrothersband.com
www.myspace.com/mandolinbrothersband
Country rock made in Italy with a slight texan taste

Innanzitutto un po’ di storia, come recita il sito. L’esordio risale al
settembre 1979, quando Jimmy Ragazzon e Paolo Canevari si
esibiscono in duo acustico di country blues, come supporter della
Treves Blues Band. Quindi nel 1981 la prima formazione elettrica,
con basso e batteria, vede il gruppo impegnato nel riprendere
classici del rock blues. Agli inizi degli anni ’90, arriva l’introduzione
della fisarmonica,delle tastiere (piano ed organo) ed il
reinserimento del mandolino che avvicinano la band a sonorità
roots rock. Oggi la formazione si presenta in due versioni, quella
elettrica (Ragazzon, Canevari, Marco Rovino, Riccardo Maccabruni,
Joe Barreca, Daniele Negro) e quella acustica in quartetto.
Generalmente si presentano sul palco con brani originali e cover,
ma per questo album (giustamente) hanno scelto le prime. Sei
tracce registrate ad Austin, Texas, proprio per respirare l’aria
giusta e assaggiare i sapori giusti per creare al meglio un genere
giunto in Italia sulle ali della passione. Ecco che Hold Me, così come
Old Rock & Roll ricordano il bel country rock in stile Eagles mentre
Moon Road si presenta come ballata di grande fascino. C’è anche
un Dvd che documenta le date americane tra Texas e Tennessee.
Cosa C’è di meglio per una formazione che ha dedicato tutto
questo tempo alla musica che ama?

Michele Manzotti
Hold Me
49 Years
Moon Road
Old Rock & Roll Dr.Dreams
Another Kind





















GIOIA – dicembre 2010



GIOIA-COVER-2010 (55K)



GIOIA-DIC-2010 (88K)



UNITÀ – 5 dicembre 2010

UNITA'-5-DIC.2010 (150K)



messaggio a Jimmy Ragazzon


ciao jimmy..
this sounds great.. i look forward to hearing your music again...i played the live CD over the holidays for friends who said...who is this??
they loved it...best to you and the band.

thanks,
Art Tipaldi
Editor Blues Revue Magazine
413-596-4804

Gennaio 2011




messaggio a Paolo Canevari
(FaceBook)


OK, now it’ clear . . .
I apologize. I thought that the ’mandolin brothers’ on the facebook page was a reference for a very famous music store in New York - "Mandolin Brothers". They specialize in acoustic instruments.
Franca gave me two of your CD's - 30 lives and For Real. The band is good man! Guitar tone is excellent. That was the first thing I noticed. You play better ’american’ blues than I do. Nice slide work. I like that you guys get into the ’southern delta’ U.S. thing (Little Feat, Zydeco, etc.).

I have a Warmouth Tele. It’s one of my best instruments. White with a black pickguard. 3 pickups: Gretsch, Strat and Tele. I’m sure there’s a photo of it somewhere here(?)

See you estate!

Ciao, – KL (Ken Lasaine)

Gennaio 2011




tratto dal nostro
guestbook


Name:  Merel Bregante       ( Homepage )
Country:  USA       Date: Thu Dec 30      17:36:16 2010
Comment:  OK, I just have to say how proud of all of you that I am. It was an honor for me to do this record.. A complete joy. I know how hard it was for you to get here and how hard you worked while in the studio. The respect you are now being given has been deserved for a long time. Complimenti a tutti voi. Your grappa brother...M

Dicembre 2010




tratto dal nostro
guestbook



Name:  Lynn Daniel
Country:  USA Date: Fri Dec 10 19:37:09 2010
Comment:  I just finished listening to the new record (Moon Road) and watching the DVD. What a beautiful project. Thank you so much for allowing me to be a small part of your wonderful work. It is always good to spend time with friends, but even better when the opportunity arises to work together on an outstanding product. This is one I look forward to enjoying for many, many years. Thank you, my friends. Be well.
Dicembre 2010





www.erichanke.com


Jimmy Ragazzon suona l’armonica nel brano "Mr. Slim’s Blues"
nell’album "Factory Man" di Eric Hanke.

ERIC-HANKE-COVER (12K)

"I just got Moon Road today, I love it! I like the songs, the style, the production, congratulations men! Tina and I also really like the dvd, I think its a really cool thing to get to know the band a little bit and documents a really cool happening with the band."

Eric Hanke
Dicembre 2010